La tempesta Vaia, un evento da record ma le decisioni si fanno ancora attendere

lunedì 11 febbraio 2019
La tempesta Vaia, un evento da record ma le decisioni si fanno ancora attendere

by Francesco Dal Mas

Il post-Vaia sta dimostrando tutte le contraddizioni del nostro sviluppo forestale. E non solo, anche l’impreparazione di fronte ai cambiamenti climatici.

Fenomeni come quelli di fine ottobre si ripeteranno e non siamo preparati ad affrontarli. Salvo che nella prima reazione all’emergenza, la Protezione civile ha infatti dimostrato efficienza e ha molto da insegnare a tutti. Che l’evento abbia colto di sorpresa lo testimonia il mercato del legname che sta crollando, perché non siamo riusciti a far quadrato, ognuno ha venduto per conto proprio. O meglio svenduto.

La svendita del legname

Il sindaco di Belluno Massaro ha denunciato che i prezzi si sono schiantati, da 70 euro al metro cubo a 10. E per quanto riguarda la “rinnovazione” dei boschi schiantati, dobbiamo ancora decidere se l’operazione dev’essere artificiale o naturale. “Veneto Agricoltura” è ancora in attesa del benestare regionale alla riapertura del più grande vivaio del Veneto, quello di Sospirolo. La maggior parte delle ditte forestali oggi in azione sono straniere e il Ministero delle foreste, nella fattispecie il sottosegretario Franco Manzato, sta tentando l’impossibile per rigenerare quelle venete che hanno chiuso; assicura perfino una defiscalizzazione del 10 per cento.

Il convegno

Di tutto questo si è parlato l'8 febbaio al Teatro Comunale di Belluno, per l’intera giornata.

Il convegno, organizzato dalla Fondazione Angelini, dalla Sisef e dall’Università di Padova, ha registrato un’affluenza record, poco meno di 600 partecipanti, da ogni parte del Bellunese e d’Italia. È stato presentato il Rapporto sugli effetti della tempesta Vaia sulle foreste italiane, coordinato dalla Direzione generale Foreste del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, in collaborazione con le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli – Venezia Giulia e con le due Province autonome e realizzato per la parte scientifica dalla Sisef, la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale.

L’ evento da record

Dai primi risultati della ricerca appare evidente come la tempesta Vaia sia l’evento di maggior disturbo agli ecosistemi forestali mai registratosi in Italia, eppure a livello planetario è poca cosa rispetto ad uragani che hanno schiantato centinaia di milioni di piante; già in ottobre erano sul mercato dell’Est e del Centro Europa 51 milioni di metri cubi di legname, abbattuto dal vento, quindi cinque volte quello italiano.

Tra sabato 27 e le prime ore di martedì 30 ottobre 2018 l’Italia – ha spiegato Gerardo Chirici dell’Università di Firenze - è stata colpita da una fase perturbata tra le più intense, complesse e rovinose da molti anni, a causa della profonda depressione “Vaia” che – soprattutto lunedì 29 – ha attivato violentissime raffiche di scirocco, mareggiate, straordinarie onde di marea sull’alto Adriatico, e piogge alluvionali soprattutto sulle Alpi orientali. Un fenomeno complesso, dunque.

Nel corso del 29, alimentato dalla prima massiccia irruzione fredda della stagione a Ovest delle Alpi, dalla Valle del Rodano, il vortice ha subito un rapido approfondimento, classificabile quasi come “ciclogenesi esplosiva”, responsabile del brutale rinforzo dei venti sull’Italia. I centri di scroscio di tutto l’evento si sono collocati sull’Appennino settentrionale e sui rilievi alpini tra il Bellunese e la Carnia occidentale, dove si sono talora superati i 600 mm di precipitazione, quasi interamente concentrati in tre giorni (27-29 ottobre).

Più che per le precipitazioni – pur molto intense e responsabili di straripamenti e danni al Nord-Est – la depressione “Vaia” verrà ricordata per la violenza dello scirocco che ha soffiato tra mattino e pomeriggio di lunedì 29 ottobre, poi sostituito dal libeccio la sera a partire dai mari italiani occidentali.

Le potenti raffiche di vento meridionale si sono talora combinate con ulteriori rinforzi e turbolenze locali, in corrispondenza di “linee di groppo” associate ai sistemi temporaleschi, come avvenuto – con gravi effetti e vittime – nelle ore centrali del 29 sul Levante Ligure e lungo il versante tirrenico.

I danni

«Per quanto riguarda i danni alle foreste, ad oggi si stima che la tempesta Vaia abbia interessato 473 Comuni, un territorio complessivo di 2.300.771 ettari» ha spiegato Chirici. «La copertura forestale nell’area interessata è stimata in 1.366.544 ettari, pari a circa il 60% del totale dei 473 Comuni interessati».

La completa distruzione del bosco ha riguardato 41.491 ettari, per un totale stimato di 8.689.754 metri cubi di legname. «Sulla base dell’esperienza della tempesta di vento del 2015 verificatasi in Toscana e dai riscontri a seguito della tempesta Vaia, è probabile che la superficie complessivamente danneggiata sia circa il doppio di quella completamente distrutta» ha riferito Chirici. In termini percentuali nei 473 Comuni il danno rappresenta circa il 3 % della superficie forestale. Con alcune aree dove i danni sono arrivati al 47% della superficie forestale. Le aree maggiormente interessate sono il Trentino Alto Adige e il Veneto. 

Fonte: www.corrierealpi.gelocal.it

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